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Le nuove vacanze.

Come sono cambiate le abitudini degli Italiani nell’estate della pandemia. Il consuntivo: salgono mare e montagna, giù le città e i luoghi d’arte con il calo degli stranieri.

Le nuove vacanze.

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14/09/2020



Secondo una rilevazione dell'indice di fiducia dei viaggiatori italiani condotta tra il 23 e il 31 agosto da SWG per conto di Confturismo-Confcommercio, quest'anno in agosto si sono registrate, com'era prevedibile, permanenze medie più brevi e spesa contratta con un mese di luglio dall'andamento irregolare. Lo stesso indice che rappresenta la propensione degli italiani a viaggiare tra luglio e agosto infatti è sceso da 65 a 63 punti su una scala da 0 a 100.

A consuntivo emerge che se nella rilevazione di giugno il 69% degli intervistati pensava che avrebbe fatto almeno un periodo di vacanza entro agosto, lo stesso campione, consultato nuovamente a fine mese scorso, ha dichiarato di essere poi di fatto partito nel 60% dei casi (-9%). Del 40% che non è andato in vacanza, solo l'11% è rappresentato da persone che normalmente non fanno vacanze in questo periodo dell'anno. Gli altri indicano come motivo della “non partenza” i timori per la pandemia, nel 52% dei casi, ma anche difficoltà di ordine economico e mancanza di ferie, nel 47%. Il sold out di agosto non rappresenterebbe dunque un fenomeno così eclatante in quanto riferibile solo a determinate destinazioni turistiche e al periodo di Ferragosto e dintorni.

Per quanto riguarda la “qualità della vacanza” solo il 41% degli intervistati ha fatto ferie di lunghezza tradizionale, con almeno 5 pernottamenti a destinazione, mentre il 19% ha fatto viaggi brevi o frazionati in più periodi, ma sempre di breve durata.
Molte imprese turistiche - hotel, agriturismi, b&b, resort, stabilimenti balneari - in questo momento, complice un mese di settembre ancora caldo, stanno promuovendo le proprie strutture per tentare di recuperare economie facendo leva su questo nuovo trend che vede come meno impegnativi dal punto di vista economico e dell'esposizione ai rischi della pandemia i soggiorni brevi e frazionati. Gli Italiani dal canto loro tentano di compensare un'estate contratta e a singhiozzo cogliendo per il weekend le occasioni del turismo di prossimità forse con una nuova propensione alla destagionalizzazione.

Se per le tipologie di destinazioni il mare, già vincente nelle previsioni fatte a giugno, va addirittura oltre, raggiungendo un record storico pari al 62% delle preferenze, un altro record, purtroppo in negativo, lo segnano le città e luoghi d'arte che, nel dato consuntivo, registrano complessivamente un 10% delle preferenze. La montagna invece ha fatto registrare un incremento del 20% rispetto agli anni passati.

Naturalmente l'Italia resta la meta principale, scelta dal 96% degli intervistati, ben 19 punti percentuali sopra la media normale di questo mese, con ottimi andamenti delle mete capaci di offrire un mix ben calibrato di mare, entroterra, enogastronomia e natura come Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna. Il 4% che ha fatto le vacanze all'estero è collegabile a destinazioni europee.

Questo riassetto del turismo che è destinato a mutare nel tempo mettendo alla prova la resilienza e la duttilità del mercato – operatori e turisti – introduce nuovi modelli economici e di sviluppo e vede le imprese da un lato navigare a vista per seguire i trend dall'andamento sempre più veloce (si pensi anche solo alla necessità di adeguarsi rapidamente ai nuovi protocolli per l'igiene e la sicurezza che ha comportato una riorganizzazione a tutti gli effetti e nuovi capitoli di spesa), dall'altro avviare una serie di trasformazioni profonde dei propri modelli di business da rapportare a numerose variabili, e contemporaneamente doversi rapportare con i propri territori di riferimento in una logica di sistema nel tentativo di fare squadra per implementare le opportunità.

In questo quadro il “check-up” e la revisione delle competenze in un'ottica di riqualificazione delle imprese è un atto dovuto al mercato. Nessuno era pronto alla pandemia e si operava perpetrando modelli tradizionali dall'efficacia comprovata dalla loro stessa reiterazione. Quello che sfuggiva passando in secondo piano era l'ampio margine di miglioramento che avrebbe potuto innovare tutto il settore anche prima della pandemia.
Ora si è “costretti” a fare i conti con il cambiamento e come emerge dai dati sopra esposti, i modelli vincenti in questo momento si sono rivelati quelli “in grado di   offrire un mix ben calibrato di mare, entroterra, enogastronomia e natura come Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna”.
In questo quadro ricco di criticità, ma anche di opportunità, emerge la necessità di riaffermare con maggiore decisione i principi del turismo sostenibile l'unico che consente di proporre modelli di sviluppo dei territori che contemplino il rispetto dell'ambiente e delle comunità locali e di contrastare contemporaneamente fenomeni come l'overtourism.
Lo sviluppo che passa per la direttrice della sostenibilità ambientale è l'unico che intercetta la bellezza dei luoghi e i patrimoni valoriali delle comunità locali ai fini della loro valorizzazione.

La componente della creatività fa il resto. Ragionare sui territori in senso creativo significa da un lato razionalizzare l'offerta mettendo in correlazione tutte le componenti d'eccellenza con prodotti e pacchetti turistici in grado di creare tante formule vincenti, dall'altro di reinventare la capacità dei territori di essere attrattivi andando oltre la bellezza dei luoghi.
Solo così molte località italiane di grande pregio paesaggistico avranno la possibilità di diventare destinazioni turistiche a tutti gli effetti e competere sul mercato.
La funzione del metodo del travel design quando si progetta l'offerta turistica è anche quella di portare nuova linfa. Questa tecnica, che è prima ancora che una tecnica un approccio filosofico e concettuale alla scoperta dei territori, trasforma le destinazioni turistiche da prodotti standardizzati a proposte su misura.
I travel designer lavorano infatti per disegnare viaggi su misura facendo riscoprire ai viaggiatori i mille tematismi possibili che prima ancora che nei territori, sono dentro di noi insieme alle nostre passioni e ai nostri desideri.
Questo approccio più innovativo e adatto alla necessità di promuovere i territori in modo differente, può decisamente contribuire alla ripartenza del settore.

 

Marina Ricci - Redazione ACT

 

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