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Turismo enogastronomico: 5 passi per organizzare una visita aziendale di qualità

Quali sono le regole da seguire per organizzare una visita in un'azienda enogastronomica che trasmetta autenticità?

Turismo enogastronomico: 5 passi per organizzare una visita aziendale di qualità

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21/05/2018



È chiaro ormai a tutti come il turismo enogastronomico sia uno dei settori del mondo Travel più in ascesa nel corso di questi ultimi anni. Abbiamo chiesto ad Alessio Consoli, docente ACT ed esperto di food tourism, quali sono le regole basilari da seguire per accogliere in maniera ottimale un viaggiatore che voglia cogliere l'autenticità in un'azienda enologica o gastronomica.

Fare turismo enogastronomico non significa solamente pubblicizzare e vendere prodotti di qualità, a Km 0 o che abbiano un marchio riconosciuto. Fare turismo enogastronomico significa, prima di tutto, accogliere il turista nel territorio per fargli vivere un'esperienza completa e intima in cui il cibo sia la guida che racconta il terroir. Assieme al cibo, rivestono grande importanza anche i protagonisti umani e le storie che hanno contribuito a plasmare forme e ambienti del vivere quotidiano.

Ecco alcune semplici regole da seguire per poter accogliere il nostro food tourist:

  1. progettare un itinerario di visita coerente, che possa seguire il percorso del prodotto, dalla materia prima alle fasi di lavorazione, dal campo (o dalla stalla) al tavolo. Il percorso deve prevedere l'ingresso o l'attraversamento di tutte le aree della filiera produttiva e non solamente quelle più suggestive o accattivanti (sala di degustazione, cantina o luoghi di stagionatura, spazi di vendita), in modo da far comprendere al visitatore non solamente il processo produttivo, ma anche l'anima dell'azienda e i legami di questa, e dei suoi proprietari, con la società e il territorio locale;
  2. stabilire la dimensione numerica esatta dei visitatori da accogliere, nell'arco di una singola visita, ma anche per tutta la giornata o l'intera settimana/stagione, in modo da rispettare sia la capacità di carico dell'azienda e dell'ambiente produttivo per garantire la sostenibilità del prodotto enogastronomico, sia la qualità dell'esperienza vissuta dal turista;
  3. creare uno schema di visita che sia modulabile sulle varie tipologie di turista che possono fare visita all'azienda e che sia in grado di alternare, con livelli di intensità differenti, spiegazioni sulle caratteristiche del prodotto e sulle sue modalità di produzione, informazioni sull'azienda e sulla storia dei suoi protagonisti e proprietari, notizie e aneddoti curiosi e stimolanti sulla realtà locale e sulle vicende che intrecciano la vita dell'azienda con l'ambiente locale;
  4. suggerire ai visitatori l'adozione di un codice di comportamento che rispetti i vari ambienti visitati e che non interferisca significativamente con l'attività dei lavoratori, che non rechi danni alle strutture e agli impianti di trasformazione e che non rallenti troppo i tempi di visita all'interno degli spazi aziendali;
  5. ideare una sorpresa per i visitatori che sia parte del percorso di visita e che possa lasciare un ricordo piacevole e inaspettato dell'esperienza vissuta: l'incontro con il casaro o con il pastore locale, l'offerta di un souvenir-omaggio (un calice da degustazione o un tappo particolare), oppure la degustazione di un prodotto raro o appena lavorato.

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