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Estate 2020, cosa pensano gli italiani.

Alle soglie della fase 2, fra timori e voglia di normalità, gli Italiani sono proiettati verso l’estate che avanza. Le vacanze saranno il banco di prova della capacità del Paese di ripartire.

Estate 2020, cosa pensano gli italiani.

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27/04/2020



Poter anche solo pensare alle prossime vacanze estive è per molti un sollievo dopo la quarantena da Coronavirus. Certo, in questi giorni gli Italiani sono perplessi rispetto al come sarà possibile conciliare anche la pausa estiva con un virus che ha già dimostrato di essere pervasivo e, per ora, poco intenzionato a estinguersi. Ma, a meno che non si vada incontro a una recrudescenza della pandemia, il problema di come tornare a viaggiare per lavoro o per piacere ci sarà. Le vacanze degli Italiani saranno diverse dagli anni passati, così il turismo che solo nel 2019 aveva conosciuto una percentuale del 51 % di stranieri presenti sul suolo italiano rispetto al totale dei turisti.

Gli opinionisti in questi giorni fanno appello alla creatività degli imprenditori italiani come fosse la formula magica per far ripartire il settore turistico con tutti i suoi addentellati a partire dalla ristorazione, così importante in un Paese come l'Italia che ha fatto dell'enogastronomia uno dei suoi cavalli di battaglia. Del resto, tolte le imprese che passeranno dalla chiusura forzata del lockdown alla cessazione dell'attività, le altre non avranno altra scelta se non raccogliere l'ennesima sfida imprenditoriale nel tentativo di rimanere a galla. Il focus sarà sull'innovazione e sulla capacità di adattamento dei propri modelli e dei propri organici ai nuovi scenari. Le doti necessarie? Creatività appunto, resilienza e governance. A tutto questo non dovrà mancare il supporto finanziario del governo che, come lamentano le associazioni di categoria preoccupate per un possibile collasso delle proprie filiere, non è mai abbastanza.

Non si fa altro che parlare di quali possano essere i sistemi atti a garantire un relax in sicurezza e, mentre nelle municipalità si discute di come sarà possibile far circolare in sicurezza i cittadini che si dovranno muovere con i mezzi pubblici per recarsi nuovamente al lavoro, gli imprenditori del turismo e le loro associazioni di categoria insieme alle istituzioni locali, si confrontano su misure e piani di fattibilità per evitare in estate situazioni di assembramento nei locali pubblici - negozi, ristoranti, hotel,   balneari etc. – riuscendo a garantire i servizi. Naturalmente per molte imprese l'estate 2020 servirà a riaccendere i motori: più che a fare guadagni, l'obiettivo primario sarà riuscire a mantenere in vita l'attività - una sfida impegnativa - con la speranza di poter tornare prima possibile in una situazione in cui “la spesa valga l'impresa”. Questo purtroppo riguarderà unicamente quelle aziende che nel frattempo non si saranno estinte, sorte inevitabile per moltissime imprese che si sono trovate a far fronte alla crisi senza risorse finanziarie da mettere in campo per compensare i mancati guadagni nella fase di stop delle attività.

Ma, volendo guardare alla crisi come a una opportunità di cambiamento, le stesse misure di distanziamento permetteranno che entrino in gioco - questa volta con maggiore determinazione - i modelli propri del turismo sostenibile volti, per definizione, a promuovere attività e modalità di gestione delle stesse, ecocompatibili. I principali focus del turismo sostenibile sono infatti la tutela dell'ambiente, il rispetto delle comunità locali, lo sviluppo di una mobilità dolce a contatto con la natura e il paesaggio, l'individuo al centro del viaggio inteso come scoperta del territorio esperienziale e “immersiva”, la crescita culturale e umana dell'individuo, la conservazione del patrimonio artistico e culturale del territorio, la soft economy.

Stante il virus ancora fra noi, nell'estate del 2020 gli Italiani sperimenteranno il turismo di prossimità caratterizzato dalla riscoperta del territori limitrofi alle proprie località di residenza, una soluzione destinata a evitare spostamenti impegnativi dal punto di vista della permanenza prolungata sui mezzi di trasporto collettivo. Ed è così che tornano in auge le visite ai borghi di cui è ricca l'Italia, le città d'arte, le aree rurali, le riserve naturali, i laghi, la montagna, ma anche il mare, non quello delle “cartoline” con le spiagge sovraffollate, ma quello più romantico delle calette sperdute di cui è ricca la costa peninsulare.

La componente della paura del contagio causata dal virus resterà l'ago della bilancia del turismo dei prossimi mesi. Secondo il sondaggio effettuato nella prima metà di aprile da Simtur (Società italiana professionisti mobilità dolce e turismo sostenibile) oltre il 40% degli intervistati ha dichiarato che sceglierà la propria destinazione di viaggio in funzione delle rassicurazioni che sapranno essere offerte circa la sicurezza igienico-sanitaria e il rischio di contrarre virus. Il sondaggio ha interessato un campione di oltre 1.000 Italiani residenti in tutte le regioni e rappresentativi delle più diverse categorie lavorative e di reddito. Sono state poste dieci domande sul sentimento di viaggio degli Italiani per dieci giorni di sondaggio online - tra il 6 e il 15 aprile - comprendendo i giorni di Pasqua che le famiglie hanno trascorso in situazioni di distanziamento sociale senza precedenti a causa delle misure di lockdown.

La grande maggioranza del campione ritiene le misure eque (59,2 %), ma si registra una fortissima incertezza causata dalla molteplicità di opinioni espresse dagli esperti, tanto variabile da minare l'autorevolezza delle fonti informative (il 55,7 % delle risposte indica un sostanziale smarrimento).

“Da una prima analisi dei dati – spiega il presidente nazionale di Simtur, Federico Massimo Ceschin – emerge l'esigenza di garantire un sostegno alla mobilità delle persone, che potrebbe concretizzarsi nella forma dei voucher per scuole e famiglie per incentivare i viaggi in Italia. Con la proposta di un nuovo Grand Tour”. Il 58,6 % delle reazioni dei consumatori indica per la prossima estate una sostanziale consapevolezza dei limiti alle vacanze, ritenendo che “non si potrà andare troppo lontano”. Molto elevato (13 %) il numero delle persone che “nemmeno riesce a immaginare di viaggiare”, con addirittura un quarto del campione (24 %) che “non pensa di tornare a viaggiare tanto presto”.

La posizione più netta circa la prossima estate è di attesa: se il 13,8 % ha cancellato le proprie prenotazioni, il 10 % pensa di dover ridurre il budget e la durata del periodo di vacanza e anche il 30% più fiducioso sta aspettando di vedere come evolve la situazione prima di prenotare.

Sulla durata dell'emergenza, gli Italiani intervistati sembrano consapevoli che potrà durare da alcuni mesi (34 %) ad un anno (23 %): soltanto il 2 % immagina che si risolverà in poche settimane, mentre il 20 % ritiene che “le conseguenze si faranno sentire per anni”. Infatti il campione si spacca letteralmente sulle previsioni di viaggio nel medio periodo: una relativa maggioranza (38,6 %) immagina che “saremo tutti costretti a viaggiare di meno”, ma non sono molto meno numerosi (32,8%) coloro i quali ritengono che “si tornerà a viaggiare come prima e più di prima”.

Tutto fa pensare che lo stop forzato si sia trasformato in una pausa di riflessione in cui si rende necessario rivedere concettualmente il turismo con tutte le sue implicazioni. Inoltre oggi si sta affermando con sempre maggiore evidenza il concetto della sostenibilità associata al turismo. 

Il turismo sostenibile è sempre più una risposta a comportamenti che oggi appaiono come anacronistici, per non dire “la” risposta ideale alla necessità di un cambiamento che passa attraverso l'adozione di comportamenti e pratiche più responsabili verso l'ambiente e l'uomo. In questo momento di crisi di tratta di cogliere un'opportunità epocale e fare in modo che la sostenibilità diventi, una volta per tutte, un valore insindacabile riferibile  anche al turismo andando a contrastare quei fenomeni che privilegiano la finanza a discapito dell'ambiente e della salute pubblica. Il turismo sostenibile comporta un ripensamento anche dei modelli di business e una riprogettazione di tutte le attività all'insegna delle best practice proprie della green economy, tenendo quest'ultima come riferimento costante. Senza considerare che il nuovo modo di fare turismo in affiancamento al marketing territoriale è concettualmente e operativamente orientato allo sviluppo integrato del territorio e alla valorizzazione dei diversi comparti. I modelli della sostenibilità sono volti al progresso civile, ma anche al benessere delle comunità locali e di tutti i settori economici e sono più congrui e compatibili con lo sviluppo di territori, ad esempio il Sud d'Italia, finora poco valorizzati come risorsa strategica dal punto di vista anche del potenziale economico.

Una delle prime conseguenze indirette delle misure sul distanziamento nei luoghi pubblici adottate nella prossima estate sarà il contenimento di un fenomeno, l'overtourism, che ha caratterizzato il volto del turismo in numerose località italiane, sfruttate fino all'inverosimile, dove in molti casi si è sfiorato il degrado e il rischio di danni al patrimonio artistico e architettonico. Senza scomodare le varie riviere marittime, come quella romagnola, si pensi a città d'arte come Venezia che sono letteralmente prese d'assalto dal turismo “mordi e fuggi”, con tutti i pro e i contro che ciò ha comportato in termini ambientali e di mancanza di tutela del paesaggio, dei beni artistici e architettonici e delle comunità di residenti. I locali, infatti, spesso sono stati costretti alla “ritirata” dalle logiche di un turismo che tende a cannibalizzare ad esempio i vecchi mestieri, le botteghe artigiane, l'autenticità e l'identità di un luogo oltre alla socialità cittadina per favorire il proliferare di shop turistici pieni di merce dozzinale e operatori senza scrupoli e visione. La conseguenza di questa poca cura dei propri patrimoni si è già tradotta in musei e siti culturali non abbastanza frequentati rispetto al numero dei turisti presenti e in hotel sempre più spesso non esauriti neanche durante l'alta stagione o gli eventi.

Concludendo, la prossima estate sarà il primo vero test per vedere se l'Italia riesce a ripartire avendo fatto i conti con i danni sociali ed economici della pandemia e misurandosi con l'obiettivo - che nel frattempo è diventato una necessità - dell'innovazione e insieme del cambiamento di passo e di ideali ispiratori.

Marina Ricci - Redazione ACT

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