25/06/2025
Viaggiare in Uzbekistan: tra cultura storia e paesaggi contrastanti
Questo viaggio in Uzbekistan è molto più di un semplice tour culturale: è un cammino tra gli splendori della Via della Seta e le contraddizioni del presente uzbeko, come la ferita ancora aperta del Lago d’Aral, dove il turismo si fa atto etico e rigenerativo. Un’esperienza autentica, che attraversa i secoli e restituisce dignità a territori dimenticati come il Karakalpakstan, trasformando il viaggiatore in testimone consapevole e parte attiva di un cambiamento possibile.
Da Tashkent a Khiva: l’eredità culturale dell’antica via della Seta
Il nostro itinerario in Uzbekistan si apre a Tashkent, capitale e crocevia di contrasti, dove convivono brutalismo sovietico e arte islamica. Da qui si raggiungono le tre perle dell’antica Via della Seta: Samarcanda, Bukhara e Khiva, città da un forte eredità culturale riconosciute come Patrimonio UNESCO, custodi di madrase, minareti e mosaici che raccontano una storia
Ma è solo spingendosi oltre i percorsi battuti, verso l’estremo occidente del Paese, che si entra nelle fragilità e paradossi di questo paese.
Lago d’Aral oggi: un viaggio nelle ferite ambientali dell’Asia Centrale
Nel Karakalpakstan, Repubblica autonoma situata nell’estremo occidente dell’Uzbekistan, si trova una delle più gravi catastrofi ambientali del XX secolo: il prosciugamento del Lago d’Aral. Una tragedia silenziosa, causata dai progetti sovietici di irrigazione intensiva per la coltivazione del cotone, che ha trasformato un ecosistema vitale in un deserto salato.

Dove si trova il Lago d’Aral? Viaggio a Moynaq e nel Karakalpakstan
Il nostro viaggio inizia a Nukus, capitale della regione del Karakalpakstan, da cui partiamo a bordo di robuste Jeep 4x4 per affrontare i paesaggi estremi di questa regione. La prima tappa è Moynaq, luogo simbolo della crisi ecologica del Lago d’Aral, oggi famoso per il suo struggente Cimitero delle Navi che ne conserva viva la memoria. Qui, tra relitti arrugginiti arenati sulla sabbia e villaggi abbandonati, il viaggiatore entra in contatto diretto con le conseguenze tangibili di scelte economiche e ambientali sbagliate.
L’itinerario include una visita al Museo del Lago d’Aral, dove fotografie, oggetti e filmati dell’epoca raccontano la storia e la memoria collettiva di questa catastrofe ambientale. È un’esperienza sensoriale intensa, che unisce emozione e consapevolezza, trasformando il viaggio, in un momento di riflessione profonda e di responsabilità.
Cucina del Karakalpakstan: un pranzo tra storia, identità e resistenza
Durante il nostro viaggio responsabile in Karakalpakstan, viviamo un’esperienza gastronomica unica: un pranzo tradizionale in una casa karakalpaka, ospiti della sorella della nostra guida. Questo momento di accoglienza è molto più di un semplice pasto: è un rituale culturale che racconta l’identità profonda di una comunità resiliente.
Il pane caldo appena sfornato, lo shurpa fumante ricco di spezie, lo yogurt artigianale e gli ortaggi locali vengono serviti secondo l’antica tradizione, rigorosamente con le mani, in un contesto intimo e autentico.
Ogni piatto, con i suoi colori vivaci e sapori intensi, diventa un atto di resistenza culturale: attraverso il cibo, si tramandano storie, memorie e testimonianze di ciò che era questa terra prima del disastro ambientale del Lago d’Aral.
Un’esperienza di turismo consapevole ed enogastronomico che unisce gusto, storia e riflessione, valorizzando la cultura karakalpaka e rafforzando il legame tra viaggiatore e comunità locale.

Dormire in una yurta sul Lago d’Aral: turismo esperienziale in Uzbekistan
Tra le esperienze di viaggio sostenibile più autentiche che proponiamo una notte in una yurta, una tenda tradizionale utilizzata dai popoli nomadi nella steppa dell'Asia centrale, situata nei pressi della riva di ciò che resta del prosciugato Lago d’Aral. È un’occasione autentica per vivere il territorio con lentezza, immersi nella cultura della comunità karakalpaka, che accoglie i viaggiatori con orgoglio, calore e ospitalità.
La serata nel campo di yurte diventa un momento di riflessione e connessione profonda con l’ambiente: lontani dall’inquinamento luminoso, sotto un cielo stellato incontaminato, si ripensa al significato del viaggio appena vissuto. All’alba, il risveglio è accompagnato dalla luce tenue che accarezza ciò che resta del lago, il cui livello si ritira di circa 200 metri all’anno. Un ritmo che, se non arrestato dalle misure messe in atto da Uzbekistan e Kazakistan, potrebbe trasformare presto questa esperienza in un ricordo irripetibile. Un’esperienza di turismo esperienziale e consapevole, che lascia un segno duraturo nella memoria e nel cuore.

Turismo sostenibile e giustizia ambientale: la nuova sfida dell’Uzbekistan
Questa esperienza è parte di un progetto più ampio di turismo sostenibile in Uzbekistan, che promuove:
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il rispetto dell’ambiente e la riflessione sulle crisi ecologiche,
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l’inclusione delle comunità locali, protagoniste attive del racconto del territorio,
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la conservazione della memoria di luoghi e culture in via di scomparsa,
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il turismo delle ultime volte, che documenta, ascolta e valorizza senza sfruttare.
Ogni tappa è costruita in stretta collaborazione con un DMC che si avvale di operatori locali come guide, autisti e famiglie. Ogni volto incontrato lungo il cammino contribuisce con orgoglio alla costruzione di un modello di turismo sostenibile, che sostiene davvero la comunità, restituendo dignità, lavoro e speranza a un popolo che resiste.
Durante il viaggio in Uzbekistan emergono le contraddizioni ambientali e sociali legate all’industria del cotone, pilastro economico ma anche responsabile del disastro ecologico del Lago d’Aral. Storicamente basata su pratiche coercitive e lavoro forzato, oggi l’industria è coinvolta in una lenta transizione verso la giustizia ambientale e il rispetto dei diritti umani.
Le testimonianze dei contadini rivelano land grabbing, pressioni istituzionali e modernizzazione imposta, con conseguenti espropri, spopolamento rurale e perdita dell’identità culturale. Il disastro ambientale ha colpito duramente i karakalpaki, minoranza emarginata, che ora chiedono autonomia e protezione dalle multinazionali del cotone — in particolare aziende cinesi e conglomerati agro-industriali sostenuti dalle autorità statali, complice e responsabili di sfratti forzati e impoverimento delle comunità.
Il viaggio si trasforma così in un’occasione di riflessione sul ruolo del turismo etico e sull'urgenza di sostenere la giustizia ambientale attraverso l’ascolto e la valorizzazione delle testimonianze locali.
Lago d’Aral: prima e dopo la catastrofe ambientale
Il confronto tra "lago d'Aral prima e dopo" mostra immagini sconvolgenti e rappresenta una delle più gravi catastrofi ambientali causate dall’uomo.
Prima del disastro ecologico il Lago d'Aral era il quarto lago più grande del mondo. Alimentato dai fiumi Amu Darya e Syr Darya, sosteneva un'importante industria della pesca e regolava il clima locale. Le sue coste ospitavano città vivaci e l’area era fertile grazie all’irrigazione naturale. Era un ecosistema vitale, ricco di biodiversità e centrale per l’economia e la vita delle popolazioni locali. Dopo il disastro ambientale è ormai una vasta pianura ricoperta da depositi di sale e prodotti chimici tossici.

Per approfondire visivamente l’evoluzione del lago, puoi consultare questa sequenza fotografica NASA che documenta il cambiamento dal 2000 a oggi, oppure questo video documentario su YouTube prodotto da GeoPop che racconta l'intera storia con immagini storiche e attuali.
Turismo sostenibile in Asia Centrale: Non è un viaggio per collezionisti di foto
Viaggiare oggi in Uzbekistan, approfondendo anche la storia del Karakalpakstan significa accettare la sfida di confrontarsi con la complessità. È un’esperienza che tocca corde profonde: si cammina tra paesaggi disarmanti, si ascoltano storie di resistenza, si riflette sul significato di sviluppo, sostenibilità e giustizia.
Questa esperienza nel Karakalpakstan è coerente con la nostra missione: progettare viaggi su misura fondati su etica, consapevolezza ambientale e sviluppo locale, valorizzando le culture ospitanti e generando un impatto positivo. Ci impegniamo affinché ogni itinerario sia un atto rigenerativo, un ponte tra viaggiatori e comunità, tra passato e futuro.
Non è un viaggio per collezionisti di foto, ma per viaggiatori consapevoli. Per chi crede che esplorare il mondo significhi anche guardarlo in faccia, comprenderne le ferite e contribuire, anche solo in piccola parte, alla sua guarigione.
Vuoi scoprire il Lago d’Aral oggi e contribuire a un turismo più consapevole? Scegli di viaggiare responsabilmente. Scrivici per ricevere l’itinerario completo o iscriviti alla nostra newsletter per scoprire altri viaggi sostenibili.

Articolo a cura di:
Nicola Zanoni, Lorenzo Gennari, Annagiulia Dazzi
Questo contenuto è frutto di un esercizio didattico realizzato dagli studenti del corso di Digital Storytelling di Accademia Creativa Turismo nell’ambito della II edizione del Contest Best Travel 2025. Ogni riferimento a realtà turistiche esistenti è puramente casuale. L’obiettivo è mostrare il lavoro svolto in aula e permettere al pubblico di votare il progetto preferito!