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Stage all’estero nel turismo: il giusto completamento della formazione nel turismo

Fare uno stage all’estero nel turismo è il modo migliore per completare il percorso formativo, mettere in pratica le conoscenze tecniche ed entrare in contatto con il mondo del lavoro

Stage all’estero nel turismo: il giusto completamento della formazione nel turismo

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02/07/2018



Gli studenti di ACT che, al termine di un corso o di un master, fossero interessati ad uno stage all'estero possono accedere a una selezione di partner internazionali con i quali l'Accademia ha stipulato accordi su misura: le aziende principali rientrano nelle categorie tour operator, DMC, hotel e catene alberghiere.

Sempre più spesso i ragazzi sono affascinati da questa possibilità: abbiamo quindi invitato alcuni nostri allievi a raccontarci l'esperienza lavorativa che hanno affrontato al termine della formazione.

Lucia Sardone ha trascorso il periodo di stage alle Canarie:

“Il percorso in ACT è stato breve ma intenso. Ho iniziato il Master breve in Tourism Specialist senza avere le idee ben chiare di quale potesse essere il mio posto nel settore turistico; alla fine della formazione ho raggiunto un'adeguata consapevolezza per addentrarmi nel campo hotellerie (senza però escludere tutto gli altri campi).
Sono uscita da questa scuola con la sensazione di aver acquisito le competenze per poter lavorare e poter scrivere un curriculum decisamente più corposo e professionale.

ACT è stata anche un trampolino di lancio poiché, grazie a diverse partnership attive con molte realtà fuori dai contesti nazionali, ora mi trovo a fare un'esperienza di stage all'estero come receptionist in un hotel 4 stelle a Fuerteventura, isola canaria paradisiaca che gode di un clima esotico tutto l'anno con moltissime spiagge e luoghi da esplorare.

La mia attività lavorativa all'interno dell'albergo prevede le seguenti mansioni:

- prestare la massima attenzione al cliente;
- fornire informazioni alla clientela;
- gestire i check in e i check out;
- preparare le chiavi delle stanze;
- gestire le entrate in anticipo del giorno dopo.

Il mio lavoro copre 40 ore settimanali con uno staff che è diventato piano piano la mia famiglia, mi sono trovata a parlare due, tre o anche più lingue al giorno per comunicare con tutti e questo ha contribuito a migliorare in particolare il mio livello di inglese.

Ho deciso di prolungare la mia esperienza a Fuerteventura in quanto non volevo smettere di crescere nel ruolo in cui sono stata inserita e non potevo andarmene proprio sul più bello dopo che iniziavo a sentirmi più sicura ad affiancare il cliente in tutti i suoi bisogni, sviluppando una capacita di problem solving che non credevo di poter avere.

Auguro un percorso esperienziale simile al mio a tutti coloro che come me vogliono fare di una vita lavorativa un continuo viaggio reale ma anche interiore, aggiungendo nel corso della carriera professionale sempre più competenze tecniche.”

Vincenza Barba, di ritorno dal Perù, ci racconta la sua esperienza:

“La mia esperienza di stage all'estero in Perù si è rivelata completa a 360 gradi e mi ha trasmesso le giuste basi per poter affrontare un lavoro nel settore turistico in qualsiasi realtà io decida di andare.

L'agenzia con la quale ho svolto lo stage è italiana ed ha sede nelle 3 principali città del "triangolo" peruviano; gestisce viaggi di gruppo e individuali in Perù e America Latina per un mercato soprattutto italiano e spagnolo.

Il mio ufficio era a Cusco, principale meta turistica alle porte della Valle Sacra degli Inca, e il mio ruolo principale era quello di vendere viaggi ai clienti individuali rispondendo alle loro richieste, e gestendo tutta l'attività operativa (dalla preparazione di un programma di viaggio ad hoc sino alla stipulazione del contratto). Inoltre, all'arrivo dei viaggiatori a Cusco organizzavo gli incontri con i turisti in cui venivano presentati e illustrati i dettagli dell'itinerario.

Nel tempo trascorso in Perù ho acquisito anche competenze come buyer turistico di servizi in loco, collaborando con le diverse agenzie locali, selezionando tour da inserire nei nostri programmi di viaggi imparando a valutarne il rapporto qualità prezzo. Mi occupavo, inoltre, delle site inspection negli hotel della zona di Cusco che potevano portare all'accordo commerciale con le strutture prescelte.

L'agenzia punta molto sul turismo responsabile e spesso mi è capitato di toccare con mano alcuni progetti che l'azienda finanzia con una parte delle quote dei viaggi, come il CAITH (centro di assistenza integrale alle lavoratrici domestiche), che rappresenta uno dei migliori esempi di tutela di giovani bambine altrimenti destinate ad una vita da trascorrere molto spesso in un contesto di privazioni, violenze e disagio. È in questo centro, infatti, che ho abitato per 3 mesi condividendo le mie cene con le ragazze che ci lavorano. Ho avuto modo di ascoltare le loro storie e confrontarmi su diversi aspetti delle nostre culture, imparando a convivere giorno dopo giorno con una realtà completamente diversa da ciò a cui ero abituata, sino a creare legami che proseguono tutt'oggi.

Ritornata in Italia ho riflettuto a lungo su quanto il mio modo di viaggiare abbia preso una forma diversa. Sono molto più attenta ai dettagli dei servizi che vengono proposti da un tour operator e ho alimentato ancor più le mie ambizioni in questo campo. Questo periodo in Perù, inoltre, ha sviluppato la mia vena avventurosa, trasformando molte delle mie paure in coraggio.

Ho odiato alcuni posti per la fatica che ho dovuto affrontare e ho amato altri posti per la gente che ho incontrato e per la semplicità a cui io non ero più abituata.

Ho visto realtà diverse che mi hanno scottata e a volte spaventata.

Ho visto paesaggi meravigliosi che porterò con me dovunque, negli occhi e nel cuore.

Ho conosciuto un lavoro che mi piace e che non smetterei mai di fare.

È stato un bel cammino e lo auguro a ognuno di voi, perché capire chi si è diventati è il viaggio più bello che ognuno possa fare nella vita.”

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